Quante volte avete sposato un’ideale difendendolo ad ogni costo?
Sono sempre più stupito dalla cecità della gente, sembra indispensabile schierarsi per ogni stupidaggine. Non passa giorno dove le divisioni tra le mille sfumature di pensiero non si inaspriscano e allontanino.
Certamente comprendere qualcuno che la pensa in maniera opposta alla propria non è facile, ad esempio dividersi tra ecologisti e antropocentrici non ha senso.
La divisione degli opposti è, e sempre sarà, il grande male per la specie umana. Sicuramente Grande Madre Terra viene devastata dall’uomo e gli ecologisti si schierano in sua difesa.
È altrettanto vero che l’uomo ha delle necessità di evoluzione date anche dalle proprie capacità di modificare l’ambiente in cui vive.
Ma se queste sono due verità, perché farle contrapporre anziché lavorare affinché si uniscano in una evoluzione armonica?
Se non ricordo male è nel primo film dell’uomo ragno che ho sentito una frase che, se compresa e messa in pratica dalle nuove generazioni, potrebbe portare ad una grande trasformazione degli equilibri planetari: “da un grande potere derivano grandi responsabilità”.
Cercare il giusto modo di usare le doti dell’uomo per il suo benessere comporta anche la responsabilità che questo sia fatto nel rispetto di ogni altro Essere, dal più piccolo fino ad arrivare alla Grande Madre.
Com’è possibile essere così ciechi da vedere la vita in modo selettivo, legato alle nostre priorità personali?
Purtroppo la risposta è che nella maggior parte dei casi è totalmente inconsapevole, l’uomo tende a percepire primariamente i propri bisogni e vive in funzione del proprio appagamento.
Mi spiego meglio, anche una persona totalmente ecologista tende ad esserlo per soddisfare il proprio bisogno di giustizia, di armonia, e per farlo è disposta a lottare e a calpestare i bisogni altrui, non capendo che l’armonia tra uomini è indispensabile altrettanto quanto quella tra uomo e natura.
Mi è capitato spesso di vedere associazioni ecologiste aumentare gli squilibri presenti in natura con la pretesa di salvare sempre tutto a prescindere. Ho visto altresì cacciatori mettersi a disposizione della forestale per ripristinare equilibri che l’uomo ha distrutto e che naturalmente non si ripristinerebbero.
È ovvio che ho visto anche l’esatto contrario!
Allargare i confini della propria percezione per vedere la realtà nel modo più ampio possibile: questo è il vero compito per chi cerca di evolvere.
Matematicamente parlando la nostra ricerca sarà data dal sommare ogni sfumatura del vero e non sottrarre tutte quelle che contrastano con le nostre idee o bisogni.
Purtroppo una delle cose che manca di più all’uomo moderno è la capacità di relazionarsi apertamente con i propri simili, essendo pronto ad accettare idee diverse e ad integrarle con le proprie.
A questo punto di solito mi sento chiedere: ma allora perché voi rievocate un passato così specifico? non vi sembra un modo per separarvi e distinguervi dal resto dell’umanità?
Certo che sì, ma non necessariamente questo passa dalla negazione che parte della verità sia preservata anche da altre culture. Anzi, la nostra ricerca ci porta spesso al riconoscimento e all’integrazione con altri popoli con intenti armonici come il nostro.
Tutti noi tendenzialmente crediamo che il vero sia unicamente ciò che crediamo di conoscere, ma già gli antichi ci spingevano ad una costante ricerca, poiché la realtà è un costante modificarsi in divenire.
Pensare quindi di aver compreso la realtà senza essere disposti a modificare costantemente il nostro sentire e credere, diviene la certezza della non comprensione.
Quanta gente conoscete che pur con gli intenti più buoni alla fine diventa intollerante e intransigente?
E voi?
Quante volte vi siete mai permessi di ascoltare veramente un antagonista per integrare le sue idee alle vostre?
Se per creare un mondo futuro armonico credete anche voi si debba trovare l’equilibrio tra tutte le sfumature della realtà, cominciate ad comprendere che schierarsi va evitato, permettervi fin da subito di modificare ed equilibrare il vostro quotidiano.