Vite precedenti, ricerca vera o specchietto per le allodole?
Sempre più spesso mi sento chiedere il perché rivivere vite precedenti.
Per quanto mi riguarda non mi sentirete mai consigliare a nessuno di fare una ricerca specifica per sondare il passato alla scoperta di che eravamo; detto questo sono assolutamente convinto che per comprendere alcuni passaggi del nostro presente possa essere utile avere certe informazioni.
Eppure la realtà attorno a noi è fatta di persone curiose che ricercano in mille modi di sapere, ma poi non sanno cosa farsene di quelle informazioni se non gratificare il proprio ego o alimentare le loro infinite elucubrazioni mentali.
Sembra che tutto sia lecito in nome di una fantomatica ricerca.
Sarò anche all’antica ma il percorso, quello vero, non è mai per tutti. E con questo non voglio dire che non sia possibile portare in un viaggio nel tempo tutti i partecipanti di un seminario, dico solo che il farlo è, ben che vada, inutile.
Come tutti avrete potuto constatare, nelle vostre vite sembra che ci sia un filo conduttore che vi guida e per quanto cerchiate di allontanare certe esperienza vi si ripropongono ciclicamente mentre altre per quanto le ricerchiate vi scivolano lontano come per magia, ma allora qual’è il punto focale del problema?
Non siamo più in grado di aspettare.
Il nocciolo essenziale della questione è che se noi facciamo un cammino di ricerca vero, basato sugli equilibri interiori, quando siamo pronti, e solo se ci servono, alcune informazioni del nostro passato sorgono spontanee.
Nel grande gioco della vita tutto quello che ci serve quando siamo pronti arriva, ovviamente solo se ci è indispensabile per permetterci di superare o comprendere meglio dei passaggi esistenziali.
Chi invece ricerca informazioni attraverso tecniche, forzando l’armonia del tempo – ammesso che porti informazioni valide – si riempirà di dati inutili o, peggio, utili ma nel momento sbagliato, quando cioè non è ancora pronto a comprenderli.
Tutto ciò che non arriva in conseguenza di una ricerca dell’armonia, può crearci dei seri danni nel cammino.
Come?
Semplicemente facendoci alterare la percezione della realtà in funzione di un passato che non necessariamente ci coinvolge ADESSO.
Mille anni del mio passato non valgono un secondo del mio futuro.
Certo li rispetto e li onoro, ma posso farlo solo sublimando il mio vivere ora.
Vivere pienamente adesso sarà il fulcro su cui poggia la bilancia del tempo e che serve per equilibrare passato e futuro.
E voi?
Quante volte vi siete trovati nella condizione di sentirvi trasportati dalla curiosità di sapere?
E quante volte invece vi è sembrato di percepire una confidenza, un’intimità con un luogo o con una persona mai vista?