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Aprirsi alle emozioni, il lavoro di tutta la vita.

Emozioni, metodo comunicativo o sistema di blocco evolutivo?

Parlando di emozioni, oggi mi è stata proposta una domanda che mi ha veramente colpito e per questo vorrei rispondere pubblicamente. La domanda è: “il legame affettivo…perché lo chiamano così?”

Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima partire dalla comprensione di cosa sono le emozioni.

Penso che un’esperienza forte com’è sempre un’emozione, deve per forza essere parte di un sistema di comunicazione profondo, cioè il modo di comunicare tra il nostro corpo ed il nostro spirito.

Quello che generalmente non viene compreso è che essendo un sistema che coinvolge le due parti più vere di noi, esso è totalmente interiore.

Faccio un esempio.

Probabilmente da giovani tutti abbiamo provato l’esperienza di essere innamorati ma non corrisposti. Se questo accade, vuol dire che l’amore è un sentimento solo ed unicamente nostro, non coinvolge l’altro se non nella funzione di specchio che accetta o meno di riflettere l’amore che esce da noi.

Com’è possibile dunque parlare di legame affettivo?

Perché l’affettività diventi un legame, si deve stravolgere l’essenza stessa dell’emozione e intenderla come un qualcosa che ci arriva dall’esterno.

Se ad esempio l’amore viene riconosciuto come proveniente da una persona esterna a noi, sia esso un innamorato, un figlio, un amico ecc, scaricheremo su di lui la responsabilità del nostro benessere. Inevitabilmente tenderemo a legarlo a noi per non perdere quella condizione di benessere data dall’essere “in amore”.
Probabilmente avrete notato come possa diventare morboso l’attaccamento a qualcosa o a qualcuno, fino ad arrivare al punto di pensare che se ci manca non possiamo vivere.

Vi siete mai chiesti perché?

Più diamo importanza a ciò che è esterno a noi, più diventerà fragile la nostra vita; più saremo dipendenti da cose che non dipendono da noi, più la paura di non farcela, di perdere la felicità, ci farà tenere stretta a noi la falsa fonte della nostra felicità, cercando di controllarla ossessivamente.

Purtroppo viviamo in un mondo che ci porta ad avere schemi appresi che falsano totalmente la nostra sfera emotiva, portandoci a vedere le emozioni come qualcosa provocato dall’esterno.

Una delle cose che manca di più nella vita moderna è la responsabilizzazione della nostra vita. Noi siamo gli unici responsabili delle nostre azioni, delle nostre emozioni e dei nostri pensieri e purtroppo nella società odierna tendiamo a non ricevere questo insegnamento, anzi molte volte percepiamo esattamente il contrario.

Come facciamo dunque a cambiare veramente le nostre vite uscendo dalla schiavitù delle emozioni e dei legami emotivi?

Semplicemente dobbiamo iniziare a riprenderci la totale responsabilità delle nostre emozioni.

Tutti noi siamo pieni d’amore, di gioia, ma anche di rabbia, di paura e di ogni altra emozione esistente.

Solo quando capiremo che il mondo esterno può solo metterle in luce riusciremo ad esserne realmente liberi.

Quanta gente conoscete che si è rovinata la vita diventando succube di un’ossessione causata da un legame affettivo?

E voi?

Quante volte vi siete trovati incastrati in eccessi di rabbia o di gelosia solo perché vedevate nell’altro la causa delle vostre emozioni?

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