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Ma il mondo è sbagliato o noi lo viviamo così?

Il mondo è sbagliato veramente?

Non sono nessuno per dire che il m ondo è sbagliato, ma di sicuro siamo circondati da un mondo che non è più in sintonia con la realtà. Proprio stamane mi è stato chiesto come possiamo invertire questa tendenza.

Ovviamente non ho una bacchetta magica, né formule arcaiche con le quali far accadere l’incanto, ma come sempre cercherò di analizzare i fatti assieme a voi.

Vorrei cominciare condividendo un ricordo: la mia prima volta a Milano.

Come molti di voi immagineranno, non sono un grande amante delle metropoli, quindi a Milano ci sono andato per la prima volta dopo essere stato eletto conigliere nazionale del Conacreis, quando ho dovuto partecipare al mio primo consiglio direttivo.
Come sempre per mia forma mentale scelgo il mezzo che mi concede più libertà, quindi invece di incasinarmi con l’auto in mezzo al traffico, scelgo di fare il viaggio in treno e poi per la prima volta affronto la metropolitana.
Ed  è proprio nella Metro che ho avuto una piccola illuminazione.
Come mia abitudine non arrivo mai giusto, cerco sempre di essere in anticipo per cercare di prevedere eventuali imprevisti di percorso; arrivo dunque nella metropolitana con una buona ora di anticipo, appena varcato il cancelletto vedo tutti che si mettono a correre ed arrivo sulla banchina mentre il treno chiude le porte e parte, le persone attorno a me si disperano e anch’io comincio a preoccuparmi. Vuoi vedere che stavolta la mia attenzione ed il mio anticipo non saranno sufficienti per arrivare in orario al mio primo CD?

Fortunatamente poco lontano vedo un signore con l’uniforme della metropolitana e chiedo se mi può indicare tra quanto sarebbe passato il prossimo treno, come nel un film “Il Ragazzo di Campagna” con il grande Pozzetto, lui alza il braccio ed indica l’orologio sopra i binari dove c’era scritto in grande “prossimo treno fra … … 3 MINUTI!”

Ma come 3 minuti? E perché tutti si disperano? A quel punto mi sono seduto sulla panchina ad aspettare che ci sia un treno che assomigliasse meno ad un carro bestiame e con calma, dopo un paio di treni lasciati andare, ne ho preso uno mezzo vuoto e comodamente sono arrivato con più di mezzora di anticipo.

Come vedete, il modo di affrontare anche il mondo più caotico dipende sempre da noi.

Credo che nessuno abbia Belzebù col forcone che lo pungola a correre sempre più veloce in un affanno costante, piuttosto è il nostro immedesimarci in questa psicosi collettiva e cercare di correre assieme al gregge che ci impedisce di percepire la realtà come un insieme di costanti scelte totalmente in nostro potere.

Comprendo l’errore di chi pensa di non avere scelte, ma farsi trascinare dall’abbaglio collettivo è solo la scelta più facile, è difficile andare controcorrente, ma noi ci proviamo lo stesso.

Come facciamo dunque a sublimare questa grande opportunità di crescita che chiamiamo Vita?

Semplicemente dobbiamo giocare al meglio il gioco che Dio, gli Dei, l’Universo ha preparato per noi. Assumendoci totalmente la responsabilità di ogni azione, di ogni scelta ed anche di ogni lettura sbagliata della realtà dovessimo fare, perché solo così potremmo dimostrare il nostro valore, guadagnandoci la libertà che ci farà diventare i veri giocatori del nostro gioco, togliendoci dal pessimo ruolo di pedine del gioco di qualcun altro.

Quanta gente conoscete che vive in modo automatico essendo convinta che tanto non si può cambiare niente, che la società è fatta così e ci si deve solo adattare?

E voi?

Quante volte vi siete sentiti imbrigliati in una vita che sembra più una gabbia che un meraviglioso viaggio?

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