Perché le persone hanno la tendenza a non essere soddisfatte della loro vita?
Mi sembra sconvolgente che al giorno d’oggi sia normale guardandosi attorno vedere la maggior parte delle persone insoddisfatte della loro vita.
Sicuramente la molla al miglioramento, alla scoperta, all’evoluzione è forte dentro di noi: la sopravvivenza stessa della specie è legata a questa spinta interiore al miglioramento.
Purtroppo però sembra che questa molla, nella maggioranza delle persone, rimanga solo nella loro testa, dove immaginano cosa dovrebbero fare, come dovrebbero vivere, cosa vorrebbero ottenere. Ma nella realtà poi tutto questo non si trasforma in azioni, trasformando così tutti gli obiettivi mancati in frustrazioni e insoddisfazione cronica.
Eppure basta poco
Non serve, infatti, diventare dei grandi maestri di saggezza per cambiare il proprio futuro.
Concretamente basterebbe, con semplicità ed umiltà, iniziare ad agire nella direzione che vogliamo perseguire. Non serve aspettare di sapere tutto o avere tutto il necessario prima di agire, serve solo avere la voglia di iniziare a fare, piccole cose, con quello che si ha a disposizione, e successivamente lesciarsi pervadere dalla gioia e dall’entusiasmo che ci da la forza per continuare ed evolvere, imparando dalle nostre esperienze.
Com’è possibile dunque che la maggioranza sia incastrata in quello stato di ristagno vitale che fa sì che buttino via le loro vite?
Forse alcuni di voi sapranno come i nostri pensieri siano registrati nei nostri campi energetici, diventando così la fonte primaria di informazioni con la quale siamo in contatto e della quale ci alimentiamo. Comprenderete quindi che se tutto quello che penso di fare, tutto quello che voglio ottenere, tutto quello che sogno, rimane un pensiero e non diventa realtà, sarò circondato da questi pensieri che aumenteranno giorno dopo giorno la mia frustrazione, facendomi vivere sempre più nella falsa convinzione che sarà impossibile realizzarli.
Purtroppo una delle cose che manca maggiormente nella vita moderna è la spinta al fare.
Siamo abituati che prima di fare qualsiasi cosa dobbiamo conoscere, studiare, comprendere, analizzare, approfondire, per ritrovarci alla fine ad avere un’enormità di teoria, inutile perché non supportata da alcuna esperienza.
Come facciamo dunque a cambiare veramente le nostre vite uscendo dalla schiavitù del pensiero?
Semplicemente dobbiamo iniziare a dare importanza alle esperienze.
Guardate i bambini: se non vengono manipolati dalla struttura sociale, tendono a sperimentare qualsiasi cosa senza preoccuparsi dei risultati. Danno il massimo con quello che hanno; ovviamente i risultati possono essere disastrosi all’inizio, ma il divertimento di averci provato e il vedere dei risultati concreti farà sì che ci riproveranno. Questo è il modo migliore per diventare bravi.
Lo stesso vale per qualsiasi mastro artigiano, che non si preoccupa se gli apprendisti sbagliano. Lui sa di non poter passare il proprio mestiere agli apprendisti in nessun altro modo se non facendogli fare esperienza.
Tutti noi siamo tendenzialmente proiettati a giudicare i risultati e, per paura di non essere soddisfatti, tendiamo ad allontanare il momento dell’azione, con la scusa di prepararci meglio per avere risultati migliori. Ma questo è un errore madornale.
Non vi dirò di fregarvene e di basarvi solo sulle esperienze (anche se potenzialmente potreste riuscire, semplicemente allungando il tempo di apprendimento), ma il segreto è che ogni piccola cosa pensiate, studiate, desideriate, deve essere immediatamente supportata da una piccola azione in quella direzione.
Vi faccio un esempio
Nel mio lavoro è fondamentalmente comunicare con le persone, vis a vis durante le sessioni individuali, in gruppo durante le lezioni in aula o durante le serate o gli spettacoli. E fin qui nessuna difficoltà.
Il problema è sorto quando abbiamo deciso di condividere queste parole anche con le persone che non amano leggere; invece di bloccarmi, mi sono subito cimentato nella preparazione dei podcast – li trovate nel canale Telegram ‘TriskellWay’.
Ovviamente, i primi non erano fatti professionalmente, ma raggiungevano lo scopo.
Ora, dopo parecchi mesi che registro la mia voce, credo che la differenza di qualità sia chiara a tutti. Cosa sarebbe successo se avessi aspettato di sapere tutto sulla registrazione audio, sull’ingegneria del suono, sulle piattaforme, ecc. prima di divulgare i podcast? Probabilmente la mia voce sarebbe ancora a benefico dei pochi che frequentano le sedi dell’Associazione.
Ora per me la sfida sta nel preparare i video per il canale YouTube, ed anche in questo caso studio ed eseguo, giorno dopo giorno, divertendomi a scoprire nuove forme di comunicazione.
Quanta gente conoscete che si è rovinata la vita aspettando domani per realizzare i propri sogni?
E voi?
Quante volte vi siete trovati incastrati non avendo il coraggio o la voglia di iniziare a fare qualcosa che vive solo dentro la vostra testa?
Impariamo ad equilibrare il pensare con l’agire.
Impariamo dalle nostre esperienze ed errori.
Ricarichiamoci con l’entusiasmo che otteniamo dal divertimento del fare.