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Quanto è importante la competizione?

Un mondo falsato

Sembra impossibile, ma in un mondo così falsato anche gli stimoli primari che dovrebbero assicurarci la sopravvivenza, sono stati distorti e si rigirano contro di noi.
La competizione ne è l’esempio più evidente.
Quanto è importante la competizione?

E che senso ha continuare a perpetuarla?

Ogni specie animale è in competizione con altre per assicurarsi le risorse di un determinato territorio, e all’interno della stessa specie ci sarà sempre competizione per la parte migliore di cibo, per le femmine in ambito riproduttivo, ecc.; tutto questo serve unicamente per garantirne la sopravvivenza attraverso quella che viene chiamata selezione naturale.

Nella nostra specie, questa selezione naturale, siamo sicuri esista ancora?

Guardatevi attorno; oggi il metro della competizione si è spostato sempre più su valori fasulli, potere, denaro, falsità, inganno.

In un mondo dove la furbizia è un valore più considerato dell’onestà, che selezione sta avvenendo per la nostra specie? che futuro ci aspetta?

Penso che una specie che sta distruggendo il pianeta su cui vive dia bene l’idea del punto in cui siamo; ma la competizione allora ha ancora senso? E come possiamo usarla correttamente?

Come prima cosa dovremmo comprendere quali sono i tre livelli dell’evoluzione, riguardo la competizione.

In ambito evolutivo si passa dalla competizione distruttiva, alla competizione creativa, per finire con la cooperazione.
Se partiamo da questa conoscenza, il punto non sarà diventare sempre più competitivi all’interno di uno di questi livelli. La nostra attenzione sarà chiederci a che livello siamo e quali sono i passi e le strategie per riuscire ad arrivare al livello successivo.

Guardiamoci intorno

Mi spiego meglio:  al livello più basso, nella competizione distruttiva, per potermi nutrire lotterò con i miei simili cercando di rubarci a vicenda quel poco cibo che la natura ci dà a disposizione, ed anche all’interno del branco lotterò per avere la porzione migliore.
Se invece entriamo in una competizione creativa, potrei sfruttare lo stimolo a competere per ottenere risultati migliori. Potrei ad esempio mettermi in competizione come agricoltore, come allevatore, ma anche come cacciatore, cercando di fare meglio dei miei concorrenti, migliorando me ed indirettamente migliorando anche loro.
Solo alla fine della scala impareremo a cooperare ed in quel modo mettere insieme tutte le abilità personali. Moltiplicheremo le abilità collettive arrivando anche a cooperazioni spontanee fra specie diverse, come si presume siano stati all’inizio l’incontro fra l’uomo ed alcune specie animali.Se perdiamo di vista il cammino evolutivo, è chiaro che nella competizione per un obiettivo, l’unico interesse sarà diventare sempre più efficaci nel raggiungere lo scopo disinteressandosi totalmente delle conseguenze.
Et voilà, la società odierna!

Ma allora quanto è importante la competizione?

Per rispondere alla domanda iniziale: la competizione è estremamente importante perché è una molla fondamentale della sopravvivenza, e può diventare un’ottima scala nel percorso di crescita, personale e comunitario.

L’ideale sarebbe dunque usare la forza della competizione e la sua scala per migliorarci, ma come facciamo?
Come prima cosa soffermiamoci ad osservare a che punto siamo, guardiamo la nostra vita e sinceramente dichiariamo a noi stessi su che livello stiamo giocando. A questo punto continuiamo a vivere, ma facciamo sì che le nostre azioni ci portino verso il livello successivo. Non vi sto dicendo di non lottare, ma semplicemente di far sì che la competizione non sia cieca e fine a se stessa.
Dobbiamo capire che la competizione fine a se stessa è l’inizio della degenerazione, la negazione stessa della selezione naturale.

Quanta gente conoscete che è sempre in competizione con tutto e tutti, riempiendo la propria vita di frustrazioni ed ansie totalmente inutili e dannose?

E voi?

Quante volte vi siete impediti di godervi il gioco perché troppo concentrati nel voler vincere, o troppo impegnati almeno a stare al di sopra dei vostri diretti concorrenti?

Apriamo gli occhi, vediamo la competizione come un’opportunità, divertiamoci a competere prima di tutto con noi stessi, e alla fine arriveremo alla non competizione: la cooperazione.

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