Meglio un rimorso per aver sbagliato o un rimpianto per non aver osato?
Stamattina mi è stato chiesto, per l’ennesima volta, come eliminare la paura di sbagliare.
Mi sembra ancora impossibile, ma un sacco di gente piuttosto che sbagliare si blocca e non realizza, nella propria vita, nulla di quello che li renderebbe soddisfatti o, meglio ancora, fieri di se stessi.
1) Comprendere cosa sono gli errori!
Il primo punto sul quale metterei attenzione è che se non comprendiamo cosa vuol dire sbagliare, difficilmente riusciremo ad equilibrare la nostra crescita.
Sbagliare vuol dire agire in base al nostro grado di comprensione attuale!
Questa affermazione stravolge completamente il concetto di errore: se osservata col senno di poi, la nostra vita è costellata di cose che avremmo voluto fare diversamente, rimorsi e rimpianti purtroppo sono fin troppo presenti nelle vite di molti.
Questo non vuol dire che ci dobbiamo incupire per aver sbagliato.
Ogni azione compiuta porta a comprendere qualcosa in più di noi stessi e della vita; a volte dando i risultati sperati, altre volte portandoci ad una conclusione che non avevamo immaginato o, peggio, dandoci dei risultati addirittura opposti a quelli sperati.
2) Gli errori non sono tutti uguali
Come secondo punto, dobbiamo comprendere che gli errori sono sostanzialmente di due tipi:
– gli errori che commettiamo perché stiamo affrontando questioni che non abbiamo ancora compreso,
– gli errori commessi per poca presenza, per distrazione, o per abitudine.
Nel primo caso è ovvio che ognuno di noi affronta la vita in base al grado di comprensione ad oggi raggiunto, e questo avviene in tutti i campi (in famiglia, nel lavoro, in amore, con gli amici, ecc).
Se prendiamo la sfera affettiva, ad esempio, ognuno di noi amerà in funzione della comprensione attuale che ha dell’amore.
Se oggi, dopo aver passato il mezzo secolo di vita, guardo ai miei primi amori, è ovvio che molte mie azioni le considero errori… ma erano veramente errori?
Assolutamente no, poichè quelle azioni mi hanno permesso di essere oggi quello che sono, e di amare in un modo molto più vero e profondo.
Altro discorso, invece, quando abbiamo compreso che alcuni nostri modi di fare sono sbagliati, ma continuiamo a riproporli per disattenzione, per abitudine, perché non abbiamo la forza di volontà per cambiare.
In entrambi i casi non ha senso fasciarci la testa o demonizzare gli errori, semplicemente cerchiamo di usare strategie diverse per correggerci e sfruttare al massimo ogni indicazione che la vita ci dà.
Quale sarà la chiave per cambiare?
Come molti di voi sapranno una delle basi del mio insegnamento è l’osservazione.
Imparare ad osservarci, oltre che riportarci nel qui ed ora, ci permetterà di vedere come viviamo e quanto le nostre azioni siano in linea, o meno, con i nostri pensieri.
Nel caso in cui il nostro agire fosse in linea con quello che pensiamo, ma i risultati ottenuti non siano quelli sperati, dovremmo porre tutta la nostra attenzione al comprendere cosa, nei nostri pensieri o nelle nostre convinzioni, non funziona; in questo modo avremo una grande possibilità di evolvere.
Se, invece, ci rendessimo conto di agire in un modo che abbiamo già ritenuto errato, ma che non riusciamo a cambiare, il lavoro da fare sarà molto diverso e, per assurdo, molto più lungo.
Come facciamo dunque a cambiare i modi di fare che reputiamo sbagliati?
Come prima cosa, dobbiamo renderci conto che la nostra consapevolezza va allenata, e così la forza di volontà.
Non ha senso dire a noi stessi “da adesso questa cosa non la faccio più!”, poiché il “mai più” viene visto dalla nostra mente come un qualcosa di enorme, una meta quasi impossibile da raggiungere, e per affrontarlo siamo costretti a mettere in atto uno sforzo di volontà gigantesco, anche solo per iniziare.
Proviamo tutti a fare un esercizio.
Scegliamo una cosa che vorremmo cambiare e diciamoci: “mi impegno a cambiare questa cosa per un giorno, solo un giorno, non importa quanto mi costa, ma per un giorno ci metterò tutto me stesso”.
Alla fine della giornata osserveremo il risultato: molti ci saranno riusciti, altri avranno avuto una buona percentuale di riuscita.
Il fatto di dare un limite ai nostri sforzi ci permette di vederli possibili, dando alla nostra forza di volontà un obiettivo raggiungibile… il “difficile” diventa possibile, e allenandoci l’impossibile… … …
Scopriremo che la vittoria sull’impossibile è fatta di tanti piccoli “difficile” conquistati un giorno dopo l’altro.
Tutti noi tendenzialmente siamo proiettati ai grandi cambiamenti, ma la nostra personale guerra nel risveglio della coscienza va vinta una battaglia alla volta.
Non importa quanto grandi siano i nostri obiettivi personali o i nostri sogni, o quanti anni avessimo previsto per realizzarli, la realtà è che viviamo sempre nel momento presente e le nostre conquiste saranno sempre vissute giorno dopo giorno.
Alla fine possiamo dire che rimorsi e rimpianti sono dunque errori equivalenti, entrambi non hanno senso di esistere se abbiamo vissuto consapevolmente.
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Oramai sono anni che sono in associazione e mi meraviglio sempre più della calma che riesco ad avere nel trattare i momenti difficili che ci sono giornalmente,ma soprattutto com è cambiato il mio modo di vedere le cose e quante sfumature riesco a trovare. Vivo in casa con altre quattro persone, con storie e vicissitudini varie. A volte mi accorgo di quanto mi sento differente da loro, nn perché sono migliore o peggiore di loro, ma perché mi sento elastica nei pensieri. Perché il mio percorso nell associazione mi ha dato modo di crescere e di mantenermi curiosa nel volerne sapere di più…e di più ancora…e ancora di più… Rimorsi o rimpianti: semplicemente scorci di vita passata e presente. Il passato lo lascio alle spalle con i suoi pro e contro , ma il presente lo vivo giorno per giorno e me lo godo consapevole che la vita è una sola…che è ora…oggi….adesso!