Ho già espresso più volte che, a mio parere, ciò che manca di più nel mondo moderno sono la pazienza e la costanza.
Ed ecco che implacabile arriva la domanda di Alessio:
“Come si fa ad essere costanti?”
Per rispondere a questa domanda, inizio col ribadire nuovamente che credo molto poco nei metodi rivoluzionari, che stravolgono la vita dall’oggi al domani.
Come tutti gli aspetti del nostro essere, anche la costanza dovrà essere allenata.
Ovviamente può essere sostituita da un’enorme dose di forza di volontà, ma se mi guardo intorno… mi sembra scarseggi anche quella!
Cosa puoi fare, concretamente, oggi per iniziare ad allenare la costanza?
Ormai dovresti sapere che il primo passo nel mio metodo è sempre lo stesso: l’auto-osservazione.
Fermati, osservati e chiediti: “Qual è la cosa che più mi preme riuscire ad integrare nella mia vita?”
Supponiamo tu scelga la meditazione.
In questo caso, sarebbe totalmente inutile che cominciassi a meditare un’ora al giorno.
Riduci il cambiamento ai minimi termini, in modo che la costanza non sia contrastata da stimoli troppo grandi.
Se vuoi cominciare a meditare, parti con cinque minuti, costringendoti a farlo per un periodo ben delimitato di tempo.
All’inizio sfidati a tenere cinque minuti, tutti i giorni, per una settimana; poi passa ad aumentare o il tempo di meditazione (dieci minuti per una settimana) o la lunghezza del periodo (cinque minuti per quindici giorni).
Non strafare, goditi i risultati che ottieni, ed impara ad apprezzare i piccoli passi.
I miei allievi sanno bene che tutto il ciclo di meditazione dei “Soffi del Drago” (obbligatorio durante il percorso per operatore Oshiatsu), è basato su sessioni da mezz’ora per ventun giorni CONSECUTIVI.
La difficoltà di prendersi mezz’ora per se stessi, e farlo ininterrottamente per 21 giorni, è ben chiara nella mia mente, per questo consiglio sempre un piccolo trucco.
Prendi un quaderno e segna tutto quello che fai; in questo modo avrai, anche visivamente, la reale consistenza del percorso fatto.
Supponiamo tu faccia una crocetta ogni giorno, ma dopo quindici giorni ti ritrovi ad avere una giornata tremenda; la voglia di mollare sarà grande, ma quelle quindici crocette in fila saranno uno stimolo, e la consapevolezza che se molli oggi domani tornerai alla crocetta numero uno, farà il resto.
Ricapitoliamo, per allenare la costanza devi darti piccole sfide, per tempi ben determinati.
Possibilmente cerca di documentare il lavoro svolto, in modo tu possa avere una testimonianza di supporto nei momenti difficili.
Ma questo è solo l’inizio.
Per vivere nella via della costanza, si deve trovare la gioia nei piccoli risultati e nel lungo tempo.
Oggi tutto il mondo va ad una velocità eccessiva, e questo perché sempre più si basa sul principio di Pareto, conosciuto anche come regola 80/20.
Basandoci su questo principio con il 20% dello sforzo possiamo ottenere l’80% dei risultati, mentre con il restante 80% dello sforzo, guadagneremo solo il rimanente 20%.
Economicamente non è redditizio, quindi la nostra società ci stà indirizzando verso l’ottenere la massima soddisfazione, in tempi sempre più brevi.
In questo modo, perdiamo l’attitudine al miglioramento costante, che era alla base dei grandi maestri artigiani del passato.
Requisito comune anche a tutti i grandi strumentisti, che passano ore ed ore ad esercitarsi, su un passaggio anche di pochissime note.
Con l’attuale criterio di giudizio, sono tutti etichettati come dei maniaci che sprecanole loro vite, alla ricerca di una perfezione inutile.
Teniamo presente che il gioco della vita è tendere al miglioramento costante, in quest’ottica perdere la costanza è come rinunciare a vivere.
Sani
Bodach
2 Commenti. Nuovo commento
Nel momento in cui entri nella Costanza diventi il vincitore sempre…
Grazie
Non avevo osservato che praticare il soffio è un allenamento alla costanza, ero tutta rapita dall’osservare i miei muscoli che si sciolgono, diventando più prestanti, e dal notare che le prestazioni fisiche aumentano, presumo in relazione alla maggior capacità polmonare.
Nei soffi fatti quest’anno non riporto più le crocette, ma adesso che il Maestro me lo fa notare guardare le crocette scritte mi dava una certa soddisfazione.
Quindi tornerò a segnarmele ed ad osservare l’effetto che fanno guardando indietro!