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Giocare e Lavorare sono veramente in antitesi?

Il gioco, quant’è importante nella crescita personale?

Quante volte mi sono sentito fare questa domanda!
Ed ogni volta la mia risposta è sempre la stessa: esiste qualcosa nella vita che non sia un gioco?

Lo so, le nostre mamme, le nostre maestre, ogni formatore, ci ha insegnato che crescendo dobbiamo fare le cose seriamente. Siamo diventati grandi sapendo che dobbiamo smettere di giocare, per guadagnarci la reputazione di persona seria ed affidabile.

Purtroppo, tutto il mondo attorno a noi ci spingeva nella stessa direzione e, sopraffatti dalla riprova sociale, abbiamo ceduto l’arma più potente del nostro arsenale.

Ma torniamo all’inizio e cerchiamo di spiegare meglio il problema.

Cos’è la riprova sociale?
Fondamentalmente potremmo chiamarlo l’effetto gregge: se tante altre persone stanno facendo qualcosa, sarà giusto ed è bene che faccia anch’io lo stesso.
In questo modo le società ci privano di diritti basici, facendo passare regole sociali come verità assolute e, sfruttando la riprova sociale, queste vengono perpetuate, generazione dopo generazione.

Quindi, basandoci sul fatto che la maggioranza delle persone adulte ci dicevano che per essere qualcuno dovevamo diventare persone serie, anche se nella realtà il massimo dei risultati lo abbiamo sempre ottenuto con l’entusiasmo del gioco, ci siamo lentamente adattati.

Nessuno si è posto le domande corrette.
Il gioco è per forza superficiale?
Serietà è necessariamente sinonimo di profondità?
La risposta ad entrambe le domande è un bel tonante NO!

Il gioco può essere una cosa molto seria.

Siamo tutti concordi che il gioco sia essenziale per il corretto sviluppo del bambino.
Giocare è così importante, che lo psichiatra Stuart Brown ha riconosciuto qualcosa che è anche peggio di una sindrome da privazione al gioco. Ma lascio parlare lui stesso, riportandovi parte di un suo lavoro.

“Benché io sia uno psichiatra, il mio background e anni di studio di storie personali – non solo di maschi omicidi ma anche di individui altamente produttivi – mi porta alla seguente opinione, che non mette in discussione la saggezza del Dr. Friedman, ma può aggiungere un’ulteriore strategia preventiva.

Tutti gli assassini seriali, da Whitman a UT (non apparentemente malato di mente), passando per Newtown, fino agli attuali orrori di Isla Vista e del campus universitario in California, sembrano avere un tema comune tra gli altri fattori, che a prima vista può sembrare irrilevante. Questo fil rouge è un’ importante privazione del gioco in età infantile, e le esperienze aggiuntive di impotenza, di umiliazione (immaginata o reale), la pratica con armi e un profondo senso di vendetta. I segni di sfoghi, potenzialmente violenti, potenzialmente antisociali e depressivi (degli assassini ndr), erano evidenti dalla scuola materna in poi e sono stati manifestati in assenza di normali comportamenti di gioco o in presenza di loro forme aberranti. In nessuno dei casi che ho studiato personalmente, c’è stato un autentico aiuto professionale a questa privazione dal gioco.

Uno sguardo più vicino alla biologia e alle neuroscienze legate al gioco, rivelano quanto esso sia un aspetto fondamentale della sopravvivenza di tutti i mammiferi sociali, con conseguenze negative misurabili in laboratorio, quando questi comportamenti vengono limitati o scoraggiati nel mondo animale. Il collegamento tra i riscontri oggettivi nella privazione del gioco animale con i risultati clinici negli esseri umani è ancora tutta da provare. Tuttavia, la fisiologia e l’anatomia subcorticale è simile, e l’incapacità degli animali deprivati del gioco di scoraggiare l’aggressione, o di socializzare normalmente con gli altri membri del branco, è dimostrabile.
Stuart Brown”

Se il gioco è così fondamentale in tenera età, perché ci viene chiesto di rinunciarvi da adulti?

Vi svelo un segreto… Io non ho mai smesso di giocare!
O meglio, ho fatto in modo che la mia vita diventi un meraviglioso gioco.
Anche quando mi trovo ad affrontare momenti terribili, malattie, lutti o momenti di crisi nel lavoro, la consapevolezza che è tutto un gioco e che il risultato finale è tutto in mano mia, è sempre la linea guida che mi fa muovere.

I motivi per usare il gioco, anche nei momenti apparentemente più seri, sono molteplici.

Giocando siamo pervasi dal nostro fuoco, la passione ed il divertimento sono dei motori inesauribili. Se giochiamo la nostra attenzione aumenta, teniamo lontano il pericolo maggiore, la maggior causa di errori ed incidenti: la NOIA.

Fare qualsiasi cosa giocando ci alleggerisce, allontana l’ANSIA, ci permette di lasciarci guidare dal momento presente. Praticamente ci fa sentire liberi, permettendoci di cambiare prospettiva, lasciando libero sfogo alla nostra creatività.
In questo modo, anche nel serioso mondo del lavoro, i risultati concreti saranno enormemente più alti, per non parlare della nostra qualità di vita.

Dobbiamo toglierci dalla testa che giocare e lavorare siano in antitesi.
Giocare è uno stato mentale, che possiamo adattare ad ogni momento della nostra vita.
In Medicina Tradizionale Cinese si direbbe “vivere con la giusta dose di fuoco”, in altre parole, dobbiamo permettere che la gioia pervada e riequilibri le nostre vite.

Questa è l’indicazione che danno i maestri spirituali di ogni epoca… ritornate bambini… siate leggeri come gli uccelli nell’aria e i pesci nell’acqua… siate morbidi e flessibili come la piantina di bambù.
Potrei continuare con altre citazioni, ma riassumendo il concetto è: non rovinate la vostra vita caricandola di seriosità, rendendola rigida e opaca.

Gioca, vivi intensamente ed impara da ogni attimo della tua vita, solo così renderai onore al tuo Essere.

SANI
Bodach

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2 Commenti. Nuovo commento

  • Maestro ma talvolta gli adulti, vedendo il mio spirito gioviale, leggero ed un pò infantile, non mi prendono per una persona “seria” ed affidabile: questo può rivelarsi un problema in situazioni lavorative. Come si può essere flessibili, vivendo intensamente, essendo sè stessi, ed evitare al contempo che questo venga interpretato negativamente?

    Rispondi
    • Stefano Bizzotto
      Marzo 5, 2019 5:40 pm

      Credo di non aver mai espresso lodi sull’essere infantili, giocare è una cosa seria. Fare le cose col giusto fuoco non vuol dire farle in maniera infantile, anzi! Rimanere bambini come viene esaltato anche dal maestro Gesù non vuol dire restare infantili, ma ci esorta a rimanere puri, a rimanere totali, a rimanere totalmente coinvolti nel momento presente, proprio come avviene naturalmente ai bambini. Nel mondo del lavoro è molto facile rimanere all’interno del gioco, il gioco è dentro la tua testa, ed i risultati sono nella vita vera. Fai parlare i risultati!

      Rispondi

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