La realtà non è fatta solo di scontri od incontri ma anche di Mediazione.
Credo non sia una novità se vi dico che nel mondo così come lo viviamo la difficoltà che tutto viviamo come prioritaria è quella di farci comprendere.
Mi spiego meglio: ognuno di noi ad un certo punto si rende conto che quello che dice non viene compreso.
La trappola sta proprio qui, la nostra mente parte dal presupposto che sono gli altri a non capire, per quanti sforzi noi facciamo per farci comprendere.
La realtà è molto spesso non proviamo neanche a comunicare ma i nostri sforzi sono proiettati nell’imporre le nostre idee.
Per riuscire ad iniziare un cammino reale di comunicazione la conditio sine qua non è che le parti che devono comunicare siano poste sullo stesso piano
Anche escludendo vili giochi di potere, ci sono delle condizioni che partono estremamente svantaggiate sul piano della comunicazione, prima su tutte il rapporto genitori-figli.
Tutti siamo consapevoli che per un genitore soddisfare i bisogni primari dei figli lo pone in una condizione di superiorità.
Lasciar andare questo vantaggio a favore di una base di partenza ottimale per la comunicazione e la mediazione evidentemente non è facile.
Nessuno può sapere come sarà il mondo di domani, l’unica certezza che abbiamo è che se non si trova la volontà di comunicare in modo intergenerazionale, il mondo che andrà a crearsi perderà sempre più il contatto con la realtà da cui proviene.
Se questa è una cosa buona o no, lascio ad ognuno l’arduo compito di rispondere.